Pinus Halepensis
    Flora

    Pinus Halepensis – Pino d’Aleppo – Il comprensorio forestale d’origine della pineta costiera di Cala del Cefalo risale all’anno 1000 d.c. quando i Monaci Basiliani, istallatisi sulla adiacente collina di S. Iconio realizzarono l’impianto per ricavarne resina per l’incenso. Da allora la pineta si è estesa lungo le pendici calcaree fino alla sottostante fascia costiera attraverso il rotolamento delle pigne. La particolare valenza ambientale della pineta di Cala del Cafalo risiede nella sua origine naturale e non antropica. Essa costituisce uno degli ultimi lembi di pineta naturale di pino d’Aleppo lungo il litorale tirrenico. Esso si accresce in posizione riparata dal vento, su un terreno stabile e ricco di elementi nutritivi. In quest’area la vegetazione a r b u s t i v a h a contribuito ad arricchire il terreno rendendo adatto ad ospitare le specie più esigenti. Il pino colonizza gradualmente l’area, affermandosi la d d o v e l e c o n d i z i o n i microstazionarie lo permettono. E’ possibile osservare, infatti, come i giovani pini si sviluppano all’interno o marginalmente alle formazioni arbustive ove trovano idonee condizioni di riparo, umidità e humus. L’avanzata del bosco nelle aree a vegetazione arbustiva, determinato principalmente dalle variazioni di umidità e complessità del terreno, è definito “successione progressiva” in quanto si passa da vegetazione bassa e rada a vegetazione alta e chiusa, con il graduale passaggio dalla duna erbacea, alla duna cespugliosa e in fine alla pineta. Il Pino d’Aleppo è estremamente resistente alla siccità, infatti, occupa l’areale più meridionale rispetto agli altri due pini mediterranei: il pino domestico e il pino marittimo. In Italia è presente nelle zone costiere del centro-sud e il suo nome deriva d’Aleppo una popolosa città della Siria. La particolarità di questa specie è l’adattamento a rinnovarsi dopo gli incendi, esso, infatti, possiede molti coni serotini, cioè pigne con schiusura ritardata per vari anni dopo la maturazione. Le pigne si aprono tutte assieme sotto l’effetto del calore di un incendio, che distruggendo il rivestimento di resina, permette alle scaglie di aprirsi e di rilasciare i semi. Il portamento del pino d’Aleppo non è dei più eleganti e aggraziati, infatti, si accresce molto spesso con forme disomogenee, ma senz’altro una delle specie arboree più vigorose e resistenti, in grado di adattarsi ad ambienti estremi impossibili per altre specie.