SIC Monte Bulgheria (Cod.IT8050023)
Descrizione ambientale e sentiero naturalistico: Il Bulgheria è uno scrigno di Biodiversità, con ecosistemi preziosi per molte specie vegetali e animali, e rappresenta la roccaforte meridionale del Parco che consente agli appennini di toccare il mare. La passeggiata permette di salire ai 1225 metri del Monte Bulgheria, e di ammirare gli straordinari panorami della costa Cilentana e del golfo di Policastro. L’itinerario presenta qualche difficoltà in alcuni passaggi su roccia. Il punto di partenza è a monte dell’abitato di San Giovanni a Piro, raggiungibile seguendo la Statale 562. Giunti alla fine del paese, si gira a destra (indicazione “campo sportivo”) e si imbocca, a sinistra, una sterrata, bordata da un muretto, che si risale per poche decine di metri fino al punto in cui si lascia l’auto (547 metri). L´attacco è segnalato solo da un segnavia bianco-rosso. Da qui si inizia a salire lungo un sentiero sterrato, poi, superato un abbeveratoio, il sentiero è ben tracciato. A q. 700 m circa si incontra la sorgente Remìte (fontanina), quindi il sentiero prosegue a mezza costa con una diversi tornanti, fra la vegetazione di macchia mediterranea dove è possibile osservare anche imponenti cespi di (Ampelodesmos mauritanicus) Tagliamani, pianta dai diversi usi detta in Cilento erba spartea, dalle sue foglie si produceva un tempo una corda molto resistente utilizzata nelle imbarcazioni e per la coltivazione dei mitili, dagli steli sottili, resistenti e lisci della spiga si ottenevano cesti e vassoi detti spaselle, utilizzate ancora oggi per l’essicazione dei “fichi bianchi del Cilento” una delle DOP cilentane da assaggiare. Tra i cespi di erba spartea è possibile rinvenire esemplari di Galatea italica, (Melanargia arge), lepidottero endemico dell’Italia centro-meridionale, molto raro, inserito nel inserita nella lista rossa Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) tra le specie a rischio estinzione, infatti nel corso degli ultimi decenni la specie si è estinta da molte delle località occupate in passato (Prola G. e C., 1990) la sua rarità ha fatto si che venisse raffigurata su un francobollo nel 1996. Il monte Bulgheria ha preso il nome dai soldati Bulgari, giunti una prima volta nel Cilento nel 553 a seguito del generale longobardo Narsete impegnato nella guerra gotica; e , intorno al VIII-IX secolo, si spostarono nella zona del Monte Bulgheria (che dai Bulgari prende il nome) e, con gli abitanti locali, diedero vita ai borghi di Acquavena (frazione di Roccagloriosa) e Celle di Bulgheria.
Il monte Bulgheria è un monte situato nella parte meridionale del Cilento, nella provincia di Salerno, cui vetta più alta raggiunge i 1225 metri. La sua denominazione deriva dai coloni bulgari, che qui si stanziarono prima dell’anno 500. Dal monte prende il nome il Comune di Celle di Bulgheria, che sorge alle sue pendici, al lato est. Pur essendo lungo e pur toccando numerosi paesi del circondario, esso colpisce per la sua isolatezza, dato che non esistono altre montagne nelle immediate vicinanze. Questa particolare caratteristica si può ammirare da Bosco, che si trova ai suoi piedi. La flora è ricchissima: si trovano alberi di ontano e piante di castagno secolari, ginestre, asparagi, il pungitopo, la rosa canina, origano, lavanda e numerosi tipi d’orchidee selvatiche tra cui l’Orchis italica, Serapias vomeracea, Orchis Fragans e Orchis papillonacea.
Tra le specie animali che è possibile incontrare ci sono il Nibbio reale, il Succiacapre, il Falco Pellegrino, una coppia riproduttiva di falco pellegrino è infatti stanziale sul monte, come anche una piccola popolazione riproduttiva di averla piccola (Lanius collurio). Per quanto concerne i mammiferi è varia la presenza dei chirotteri che qui sono presenti con 5 specie diverse il rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), rinolofo maggiore (R. ferrumequinum), vespertilio maggiore (Myotis myotis), vespertilio di Blyth (Myotis blythii), miniottero di Schreiber (Miniopterus schreibersi). Non certa la presenza del gatto selvatico (Felis silvestris) malgrado l’ambiente sia senz’altro idoneo; sono invece comuni in tutto il SIC il cinghiale (Sus scropha) e la volpe (Vulpes vulpes). Ricca e abbondante l’erpetofauna. Per ciò che concerne i rettili sono presenti il biacco (Hierophis viridiflavus), il cervone (Elaphe quatuorlineata), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la lucertola campestre (Podarcis sicula), la lucertola muraiola (P. muralis) e la luscengola comune (Chalcides chalcides). Per quanto riguarda gli invertebrati si segnalano le presenze di libellule Oxygastra curtisii e Coenagrion mercuriale (tutte specie di importanza comunitaria), ed il coleottero Lucanus tetrodon. Proseguendo la salita, si raggiunge il ricovero pastorale di Iazzo Montagna (826 metri). Oltrepassato il ricovero e, superato un angusto vallone, si arriva a una pendice più aperta da cui si staccano alcune tracce di sentiero che si spingono ripide verso la cresta che in breve conduce alla vetta(1225m). Sulle pendici del monte vi sono boschi ad Ontano napoletano, piante di castagno secolari, faggete, praterie aride mediterranee, sorprendenti sono le garighe a Lavandula angustifolia. Interessantissima anche la vegetazione autoctona delle rupi che annovera specie rupicole uniche, come la Primula Palinuro, simbolo del Parco, la Centaurea Cineraria, L’Elicriso, la Campanula Fragilis, il Garofanino delle rocce, l’Iberis florida. Tra le specie vegetali Portenschlagiella ramosissima finocchiella di Lucania , un rarissimo endemismo spiccatamente rupestre (casmofita), a distribuzione puntiforme, che vive in condizioni ecologiche ‘estreme’. Dalla cima si consiglia di tornare indietro per dirigersi ad una cima secondaria (q. 1219 m), estremamente panoramica sul Golfo di Policastro, da qui si apre una suggestiva veduta che spazia dal golfo di Policastro alla costa di Palinuro fino ai rilievi del Monte Sacro e del monte Cervati. La flora è ricchissima: si trovano ginestre, asparagi, il pungitopo, la rosa canina, origano, lavanda e numerosi tipi d’orchidee selvatiche tra cui l’Orchis italica, Serapias vomeracea, Orchis Fragans e Orchis papillonacea. Questo tratto di costa calcarea nasconde numerosissime grotte, molte delle quali hanno ospitato l’uomo preistorico durante il Paleolitico. Da questo punto di vista, il territorio del massiccio del Bulgheria è uno dei più importanti siti d’Europa. A Scario, piccolo centro di pescatori, la facoltà di Paleontologia dell’Università di Siena ha realizzato un piccolo museo che accoglie alcuni reperti ritrovati in queste grotte, anche in zona porto di Marina di Camerota vi è il museo virtuale del Paleolitico.