Primula di Palinuro
    Flora

    Primula Palinuri – Primula di Palinuro – La Primula palinuri è specie protetta sia a livello regionale che comunitario. Le stazioni campane sono tutte incluse nel territorio del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che ha eletto il fiore a simbolo del parco, inserendone l’immagine nel proprio logo. Essa è l’unica varietà di Primula che cresce così a sud, preferisce la vicinanza al mare, su rupi calcaree e fiorisce tra febbraio e marzo, con caratteristici fiori semipenduli gialli, riuniti in ombrelle, quando buona parte delle specie del posto sono in riposo vegetativo. In Italia è endemica sulle coste tirreniche della Campania, Basilicata e Calabria; oggi è concentrata in pochissime stazioni in circa 90 km. di costa compresi tra Capo Palinuro e l’isola di Dino. A Marina di Camerota si trova lungo le pareti rocciose che cingono la spiaggia di Cala del Cefalo e lungo tutta la di costa da Marina di Camerota a Porto Infreschi.

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    Questa pianta fu descritta per la prima volta da Fabio Colonna già nel 1534 che però non le attribuì un nome; successivamente nel 1787 Vincenzo Petagna, diretto in Calabria fu costretto da una tempesta a fermarsi a Palinuro dove individuò la primula e la classificò. Viene correntemente considerata un paleoendemismo, cioè come un fossile vivente, specie relitta di vicende risalenti almeno al quaternario antico, cioè a circa due milioni e mezzo di anni fa, che ne hanno fatto l’unica primula in ambiente non montano. Probabilmente essa è l’unica superstite di una famiglia di primule, originariamente estese sulle montagne dell’Italia meridionale, che non riuscirono a sopravvivere alle numerose glaciazioni del periodo quaternario. Una delle sue caratteristiche peculiari è quella di fiorire nei mesi invernali; con l’avanzare della primavera e del caldo essa si rifugia in uno stato di latente estivazione. Il suo nome deriva comunque dal fatto che le rocce del Capo Palinuro costituivano il suo habitat preferito, prima che l’inquinamento e la scarsa attenzione dell’uomo ne riducessero notevolmente la presenza. La limitazione alla sua diffusione è dovuta proprio al fatto che ha conservato come carattere montano il periodo di fioritura che nella maggior parte della pianta alpine è in febbraio-marzo periodo durante il quale però scarseggiano gli impollinatori, quindi mediante autofecondazione e successiva riproduzione vegetativa differenzia le piantine figlie, che cadono poco distanti e attecchiscono tra le fessure della roccia calcarea. E’ esposta sempre a nord, nord-est a non più di 300 m dal mare e necessita di alta umidità. L’autofecondazione genera scarsa variabilità genetica e, di conseguenza, una scarsa resistenza e adattabilità ai cambiamenti climatici e stazionari; per queste ragioni infatti riveste un importante ruolo come indicatore biologico. Proprio per la sua fragilità e delicatezza la Primula di Palinuro è specie protetta sia a livello regionale che comunitario. Un recente studio (2006) svolto in maniera analitica su tutte le stazioni dell’intero areale è giunto ad una revisione dei criteri di classificazione che consente l’assegnazione dell’endemismo alla categoria in pericolo nella lista rossa compilata dall’IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura, con sede a Gland in Svizzera).

    La Primula di Palinuro è una pianta rarissima e in via di estinzione, risentendo, tra l’altro, molto negativamente della crescente antropizzazione e sviluppo turistico. É tutelata dalla convenzione di Berna, da una legge della Regione Campania del 12 gennaio 1994 e nel 1985 fu oggetto dell’attenzione filatelica delle Poste Italiane che le dedicarono un francobollo nella serie “Flora da salvare” disegnato da Giuseppe Ascari.